Le Scene

 

 

Il presepe napoletano ha una

 

struttura ben precisa, infatti,

 

vi ritroviamo alcune scene che non

 

possono mancare il cui significato va

 

oltre la semplice raffigurazione

 

paesaggistica e scenografica. Si tratta

 

di rappresentazioni popolari che

 

talvolta possono sembrare irriverenti

 

per la sacralità della rappresentazione


della nascita di nostro Signore ma che

 

non sono altro che spaccati della vita

 

del 700 napoletano. Di seguito

 

vedremo nei dettagli le principali scene

 

del presepe.

  

 

La Taverna 

 

 

La taverna o osteria rappresenta il male infatti è

 

ritenuta il luogo del peccato secondo la narrazione del

 

Vangelo, dove fu negato alloggio a Giuseppe e Maria.

 

Nella taverna ritroviamo tavole imbandite con

 

un’abbondanza di cibarie: salsicce, caciocavalli,

 

prosciutti, carni fresche, fiaschi di vino, piatti colmi

 

di pietanze, pani i cui commensali sono allietati da

 

musici.

 

 

L’Annuncio

 

 

 

La scena dell’annuncio è la rappresentazione di ciò

 

che Luca scrive nel suo Vangelo: “C’erano in quella

 

regione alcuni pastori che vegliavano di notte facendo

 

la guardia al loro gregge. Un angelo del Signore si

 

presentò davanti a loro e la gloria del Signore li

 

avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,

 

ma l’angelo disse loro: «Non temete, ecco vi annunzio

 

una grande gioia, che sarà di tutto il popolo: oggi vi è

 

nato nella città di Davide un salvatore, che è il Cristo

 

Signore. Questo per voi il segno: troverete un

 

bambino avvolto in fasce, che giace in una

 

mangiatoia»”. In questa scena ritroviamo l’angelo che

 

annuncia la lieta novella, i pastori che lo guardano

 

estasiati attorniati dai loro greggi e il Benino

 

dormiente. 


 

 

 

 

Il seguito dei Magi

 

 

 

La scena dei re Magi è rappresentata da un pomposo

 

corteo ricco di doni orientali al cui seguito si trovano

 

numerosi servi e animali carichi di oggetti preziosi ma

 

soprattutto la banda dei musici con i loro strumenti

 

luccicanti e fantasiosi.

 

 

 

Il forno

 



Accanto all’osteria ritroviamo il forno un vero e proprio

 

spaccato di vita popolare in cui ritroviamo sacchi di

 

farina, fascine, ceste ricolme di pagnotte, ciambelle,

 

taralli, tortani e pani di ogni specie.

 

 

Il mercato

 


Il mercato rappresenta le varie attività commerciali

 

del ‘700 napoletano seguendo uno schema dei mesi

 

dell’anno: Gennaio, macellaio o salumiere; Febbraio,

 

venditore di ricotta; Marzo, pollivendolo; Aprile,

 

venditore di uova; Maggio, venditore di ciliege;

 

Giugno, panettiere; Luglio, venditore di pomodori;

 

Agosto, venditore di cocomeri; Settembre, contadino;

 

Ottobre, vinaio; Novembre, venditore di castagne;

 

Dicembre, pescivendolo.