Personaggi tipici

 

 

Benino

 

Benino è il pastorello che solitamente viene collocato sulla collina più alta della scena presepiale. Viene raffigurato con la testa poggiata su una pietra e nelle sue vicinanze viene posto un albero la cui chioma gli fa ombra sul capo; intorno a lui vengono poste alcune pecorelle bianche. La tradizione popolare vuole che Benino dorma e nel sonno sogni il Presepe “Guai! a svegliarlo. Di colpo sparirebbe il Presepe.”

 

 

I Pastori

 

I pastori rappresentano un gruppo vario e sono ritratti in vari atteggiamenti e non esiste alcun limite al loro numero. Vengono posti nei pressi della capanna, portano i doni al Bambinello, percorrono i sentieri della scena, conducono le pecore al pascolo, ecc.

 

 

La Donna col bambino

 

 

La donna col bambino è diffusissima sul presepe e viene posta nei pressi della grotta.  La tradizione popolare narra che una giovane vergine chiamata Stefania, saputo della nascita del Redentore, si incamminò verso la grotta per adorarlo ma gli angeli la bloccarono in quanto non era permesso alle donne non sposate di far visita alla Madonna. Il giorno dopo Stefania prese una pietra, l'avvolse nelle fasce come se si trattasse di un bambino e, ingannando gli angeli, riuscì a raggiungere la grotta. Alla presenza della Madonna, miracolosamente, la pietra starnutì e si trasformò in un bambino che ebbe nome Stefano e così, da allora, il 26 dicembre, si celebra la festa di Santo Stefano.

 

 

Artigiani

 

Gli artigiani rappresentano tutte le professioni, i più classici sono il fabbro, il falegname, la lavandaia, il bovaro, l’arrotino, il fornaio, il macellaio, il pescatore ecc. Come i pastori non esiste alcun limite al loro numero e sono rappresentati mentre svolgono le loro attività.

 

Il fabbro

 

Il fabbro di solito viene posto in una piccola bottega attrezzata con una fucina per scaldare il ferro, il mantice per ravvivare il fuoco nella fucina, l'incudine in acciaio temprato, una serie completa di utensili martelli, tenaglie, scalpelli.

 

Il falegname

 

Il falegname è uno degli artigiani che non può mancare nel classico presepe napoletano poiché richiama il mestiere di San Giuseppe. Viene posto in un locale attrezzato con il tipico banco corredato di tutti gli attrezzi del mestiere. 

 

Il calzolaio

 

Il calzolaio, in genere, lo troviamo nella sua bottega, con il suo tipico banco pieno di tutte il materiale per il suo lavoro, intento ad aggiustare una scarpa rotta. 

 

Il Bovaro

 

Il bovaro è posto nella zona rupestre del presepe ed è rappresentato nell’atto di condurre le proprie mucche al pascolo. 

 

L’ Arrotino

 

L’arrotino con il suo tipico carretto lo troviamo quasi sempre posto nei pressi dell’osteria intento a molare un coltello. 

 

Il Fornaio

 

Il fornaio è posto in una bottega colma di sacchi di farina ed è rappresentato intento ad infornare il pane.

 

I venditori

 

I venditori, secondo la tradizione presepiale, personificano i vari mesi dell’anno in relazione alla loro attività lavorativa secondo il seguente modo:                                   Gennaio: macellaio e salumiere; Febbraio: venditore di formaggi; Marzo: pollivendolo; Aprile: venditore di uova; Maggio: venditore di ciliegie; Giugno: panettiere; Luglio: venditore di pomodori; Agosto: cocomeraio; Settembre: venditore di fichi; Ottobre: vinaio; Novembre: castagnaio; Dicembre: pescivendolo. 

 

Il fruttivendolo

 

Il fruttivendolo, che, nella sua bancarella piena di variegati prodotti, ha il significato augurale di ricchezza e abbondanza.

 

Il Macellaio

 

Il macellaio posto nella sua bottega colma di vari tipi di carne e selvaggina d’ogni tipo è rappresentato nella stragrande maggioranza dei casi intento ad affettare con il suo coltellaccio una fetta di carne.

 

Il venditore di formaggio

 

Il venditore di formaggio è posto con la sua bancarella colma di vari tipi di caci e salumi in un posto centrale del presepe intento quasi sempre a parlare con un acquirente.

 

Il venditore di polli

 

Il venditore di polli viene posto in un angolo di strada con le sue gabbie colme di pollame e panieri d’uova.

 

 

      La zingara

 

La presenza della zingara simboleggia il personaggio in grado di predire il futuro. Nel presepe è rappresentata con un cesto di arnesi di ferro, metallo usato per forgiare i chiodi della crocifissione di Gesù e quindi sta a profetizzare il futuro che aspetta il Cristo. Viene collocata nei pressi dell'osteria o in un luogo lontano dalla capanna.

 

 

 I giocatori di carte

 

I giocatori di carte normalmente sono due e simboleggiano “’e duie cumpare zi’ Vicienzo e zi’ Pascale”. Vengono anche chiamati “i San Giovanni” in riferimento ai due solstizi: 24 dicembre e 24 giugno. 

 

 

 

Il pastore della meraviglia

 

 

 

Il pastore della meraviglia è ritratto in una posizione di stupore come

 

incantato dalle luci e dai canti degli angeli annunciatori e simboleggia la

 

rivelazione di Cristo all’umanità.

 

 

 

 

 

La Tarantella

 

La scena della Tarantella è normalmente posta nei pressi dell’osteria.

I pastori sono rappresentati nei vestiti tipici nella posizione di danzare e

sono accompagnati da suonatori.

 

La Lavandaia

 

La lavandaia è un personaggio popolare simbolico. Da un lato essa è testimone, come levatrice, al parto verginale della Madonna, come attestano i Vangeli apocrifi, dall'altro, essa è figura purificatrice, associata ora alla Vergine, priva del peccato originale, ora all'idea della morte, intesa come madre rigeneratrice, che purifica per far risorgere a nuova vita.

 

 

Popolane al balcone

 

 

 

Le popolane affacciate al balcone rivolgono il loro sguardo curioso al mondo sottostante che è in fermento per la nascita del redentore.

 

 

Il seguito dei Magi

 

 

 

Il seguito dei Magi si compone di servi, donne, palafrenieri, cavalli,

 

cammelli ed elefanti, in cui riecheggia il ricordo dell’epica visita degli

 

ambasciatori tunisini a Napoli agli inizi del seicento. Le statuette degli

 

orientali sono sempre vestite con abiti ricchi, gioielli e preziosi

 

ornamenti, e si configurano in opposizione al popolo napoletano, composto

 

da pezzenti, mendicanti e pittoreschi tipi umani che popolavano la città.

 

La scena è ricca di suppellettili orientali; i piccoli oggetti di corredo,

 

spesso in metalli preziosi, oltre a riprodurre bauli, vasi. Di seguito

 

vedremo in dettaglio alcuni personaggi.

 

      I georgiani

 

 

Provenienti dalla Georgia, di carnagione bianca, rappresentano

l'aristocrazia venuta da lontano.

 

 

 

L’odalisca

 

Personaggio che prende nome dalla regione tra la Giudea e la Galilea.

 

      La samaritana

 

Personaggio proveniente dalla regione palestinese tra Galilea e Giudea. Porta un abito lungo con mantello di seta ricamato in oro e ad impreziosire la sua figura figurano una collana e gli orecchini.

 

I paggi

 

Precedono i Georgiani al seguito dei Re Magi. Sono servitori di nobili origini che custodiscono scrigni colmi d'oro, argento, pietre preziose. Insieme a loro troviamo valletti e servitori che tengono al guinzaglio eleganti levrieri, animali esotici di piccola taglia come pappagalli e scimmie.

 

La banda dei musici

 

In chiusura del corteo troviamo la banda dei musici che offre un campionario vario di strumenti a fiato e a percussione. I bandisti sono generalmente raffigurati di razza turca-anatolica e da mori provenienti dall’impero ottomano.

 

 

 

L’Oste

 

 

L’oste nella tradizione popolare raffigura colui che avrebbe scacciato

Maria e Giuseppe dalla propria locanda, ma nel presepe rappresenta una

delle tante figure popolari.

 

 

Ciccibacco

 

 

Il ciccibacco è un personaggio alto e strampalato. Normalmente viene rappresentato alla guida di un carro, trainato da un bue, che trasporta botti di vino; altre volte viene posto seduto su una botte con un fiasco di vino.

 

 

I deformi 

 

 

La deformità nel presepe assume carattere di curiosità che,come nel ‘700,  

allieta cinicamente, il divertimento di chi guarda. Si dividono nei seguenti

cinque soggetti.


 

 

Lo scartellato

 

 

 

Lo "scartellatiello" (gobbo), e' un soggetto tipicamente legato alla

superstizione. La sua gobba, i suoi cornicelli e ferri di cavallo diffondono

la fortuna e scacciano il malaugurio.  


 

 

Lo storpio

 

 

 

Per quanto la fantasia si diletti nella creazione di questi personaggi,  va

detto che gli storpi erano frequenti nel passato: errori della natura  

considerati “segnalati da Dio” per la loro supposta malvagità.

 

 

 

Il nano

 

 

 

Annoverabile tra i grotteschi, è un personaggio che nella scena suscita

attenzione e curiosità. Lo si interpreta anche come Gnomo, con

riferimento alle saghe popolari che lo vogliono impenetrabile, testardo e

diffidente, occasionalmente gentile e generoso. A Napoli è considerato

pari al famoso “scartellatiello” (gobbo) portafortuna.

 

 

 

Il guercio

 

 

Le malattie degli occhi venivano spesso combattute con pratiche religiose

(benedizione degli occhi,offerte di occhi votivi) o con l’aspersione degli

occhi in fonti o sorgenti sacre. Il guercio che mostra la sua storpiatura è

tra i personaggi grotteschi più apprezzati.  

 

 

 

Il lebbroso

 

 

 

A testimoniare le frequenti pestilenze dell’antichità,il lebbroso è un

soggetto simbolo dell’uomo che soffre sulla terra povertà e malattia, ma

che, richiamando la figura di Lazzaro, verrà poi risarcito nell’Aldilà.

 

 

 

Gli ambulanti

 

In tutti i presepi non possono mancare le figure dei venditori ambulanti con le più svariate merci. Di seguito vedremo in dettaglio alcuni personaggi.  

 

      Il pescivendolo

 

Il pescivendolo nel presepe ha un significato allegorico, infatti, sin dall’epoca dei primi cristiani, il pesce nei dipinti delle catacombe era il simbolo di Cristo.

 

Il maccheronaro

 

Il maccheronaio esibisce enormi caldaie colme di maccheroni che, per tradizione, è il cibo preferito dai napoletani.  

 

Il bottigliaro

 

Il venditore di bottiglie (bottigliaro) è uno di quei mestieri scomparsi da anni e che rivive grazie al presepe.  

 

L’acquaiuolo

 

Alta figura particolare del presepe è l’acquaiuolo o acquafrescaio con il suo caratteristico banco di marmo ornato con limoni e arance pronte da spremere. 

 

Il saponaro

 

Il saponaro passava di casa in casa raccogliendo oggetti vecchi di cui la gente voleva disfarsi.

 

La castagnara

 

La castagnara con il suo fornello di grosse dimensioni e una padella bucherellata vende le caldarroste nei suoi tipici cartocci.

 

La Maccaturara

 

Antico mestiere ambulante la maccaturara è la venditrice di fazzoletti. Prende il nome dal termine dialettale napoletano "maccaturo" che indica il fazzoletto.

 

Lo Sbregliaiuolo

 

Lo sbregliaiuolo è il venditore ambulante di fieno e fascine che erano utilizzate per rinforzare i materassi nelle vecchie epoche.